domenica 20 febbraio 2011

Domenica 27 Febbraio 2011 - VIII Domenica del Tempo Ordinario

PRIMA LETTURA

Dal Libro del Profeta Iaia (Is 49,14-15)

Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.

SECONDA LETTURA

Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi (1 Cor 4, 1-5)

Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode.

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6, 24-34)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

COMMENTO ALLE LETTURE

Il tema centrale delle letture di questa domenica è certamente la fede o meglio la fiducia nel Signore e nella sua attenzione alle nostre necessità ed esigenze.

Certo nel leggere e voler applicare alla lettera il brano evangelico rimane ben difficile a noi uomini e donne del ventunesimo secolo aderire a quello che sembra uno stile di vita da uomini preistorici. Come si può ritenere possibile al giorno d'oggi non pensare a cosa mangiare o bere a come vestirsi? Viviamo in un mondo in cui il consumismo è al primo posto per cui è tutto un rincorrersi per comprare, accumulare, mettere da parte.

Certo viene da pensare che se non ci mettiamo in corsa veniamo messi ai margini della società "civile", finiremmo per fare una vita da barboni. Se tutti corrono, se il "pil" aumenta sempre, se il tasso di crescita deve essere sempre superiore a quello del vicino, appare evidente che chi si ferma è perduto.

Ci sono due modi, secondo noi, per seguire l'indicazione di Gesù e aver veramente fiducia nel Signore: o diventare eremiti, rifugiandosi in un luogo isolato, lontano dalla concorrenza, a contatto con la natura benevola messaci a disposizione dal progetto di Dio, oppure mettersi insieme ai fratelli e camminare verso la meta comune.

Ecco che appare chiaro che avere fiducia nel progetto di Dio non può essere un fatto solo individuale e personale, almeno non per tutti. Occorre essere insieme, condividere con altri la nostra fede, credere che insieme si possono raggiungere gli insegnamenti de Gesù che non appaiono mete irraggiungibili.
Bene, la parte teorica è a posto, gli insegnamenti sono chiari.

Rimane solo da capire nel concreto come fare, con chi cominciare a condividere il percorso di fiducia nel Signore.

Per le coppie di sposi deve apparire ovvio che il cammino nella fede deve principalmente cominciare in famiglia, con il coniuge, con i figli, con le famiglie di origine. E' lì che deve nascere il sostegno delle difficoltà, la condivisione della vita, in salute e in malattia, e trovare l'uno nell'altro l'aiuto per aver fiducia nel Signore.
E soprattutto occorre indagare attentamente le parole della Bibbia. I brani di questa domenica sono particolarmente significativi. Il Salmo proposto è una bellissima preghiera che ci invita a confidare nel Signore, mentre il profeta Isaia si rifà proprio ad una similitudine familiare ("può una madre dimenticarsi del proprio figlio") per farci comprendere quanto il Signore abbia attenzione a noi e tutto ciò che la società odierna ci presenta come irrinunciabile, sia essenzialmente un di più, un dolcetto alla fine di un pasto abbondantissimo, un qualcosa che dovrebbe suscitare in noi un senso di rifiuto.

San Paolo conclude che non è importante il giudizio del mondo degli uomini, non è nella considerazione dei tribunali umani che si fonderà il giudizio vero.
Gesù ci ha indicato come fare, sta a noi seguire il suo insegnamento.

Nessun commento:

Posta un commento