domenica 8 novembre 2009

Domenica 15 novembre 2009 - XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

PRIMA LETTURA
Dal Libro del Profeta Daniele (Dn 12, 1-3)
In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

SECONDA LETTURA
Dalla lettera agli Ebrei (Eb 10, 11-14. 18)
Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati. Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

VANGELO
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13, 24-32)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

COMMENTO ALLE LETTURE
Le parole di Gesù che leggiamo in questa domenica fanno parte di un discorso che appartiene al genere apocalittico, un genere che si esprime attraverso un linguaggio immaginoso: «Il sole e la luna si oscureranno e le stelle cadranno».

Questo discorso di Gesù non racconta la fine del mondo, ma il senso della storia. Molto spesso l'esperienza quotidiana sembra dirci che il male vince e il bene perde, ma è così? Per valutare le cose in profondità e non lasciarsi ingannare dalle apparenze, è necessario che il discepolo esca dai tempi brevi e spinga lo sguardo lontano: è per questo, e solo per questo, che l'ultimo discorso di Gesù non parla direttamente della Croce (che pur continua ad essere in qualche modo presente), ma del ritorno del Figlio dell'uomo in potenza e gloria.

Quest'ultima affermazione vuole rassicurarci che l'efficacia nascosta della Croce, cioè quella sua possibilità di gloria e di vittoria che ora rimane nascosta, alla fine dei tempi apparirà di fronte a tutti nel suo più abbagliante fulgore.
Come è detto chiaramente nella prima parte del discorso che però la liturgia tralascia, la comunità cristiana verrà a trovarsi in situazioni difficili. «Sorgeranno falsi profeti e falsi messia», e faranno segni che sembreranno convincenti, allo scopo di trarre in inganno gli stessi credenti; «Comparirete davanti a governatori e re per causa mia» e «sarete odiati da tutti»; «Si leverà popolo contro popolo e regno contro regno».

In simili situazioni il discepolo può trovarsi frastornato, deluso, toccato dal dubbio che la Croce di Cristo sia un fatto sprecato ed impotente: il mondo sembra infatti continuare come prima, con tutto il suo carico di odio e di errori. Le raccomandazioni di Gesù? Eccole: «Non allarmatevi», «Non preoccupatevi», «Pregate», «Non ci credete», «State attenti», «Sappiate che Egli è vicino, alle porte».

Atteggiamenti facili a dirsi, ma difficili a praticarsi, possibili unicamente se sostenuti da una grande fede. È solo da una grande fede che scaturiscono la serenità, la vigilanza e la capacità di distinguere tra veri e falsi profeti, veri e falsi rinnovamenti. «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»: ritengo essere quest'assicurazione l'ultima consegna di Gesù, il punto fermo, che giustifica (ed esige) nel discepolo la serenità, la fedeltà, la certezza che il Figlio dell'uomo ritornerà e che l'avvenire - a dispetto di tutte le esperienze contrarie - è saldamente nelle mani di Colui che fu crocifisso.

Fonte: LaChiesa.It - Da un’omelia di don Bruno Maggioni

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