domenica 3 aprile 2011

Domenica 10 Aprile 2011 – V Domenica di Quaresima

PRIMA LETTURA

Dal libro del Profeta Ezechiele (Ez 37, 12-14)

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

SECONDA LETTURA

Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Romani (Rm 8, 8-11)

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

VANGELO

Dal Vangelo secondo Giovanni (Forma breve: Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45)

In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

COMMENTO ALLE LETTURE

Legato alla morte di Gesù, come suggeriscono diversi particolari del racconto evangelico, il "risveglio" di Lazzaro, nel testo di Giovanni, è il segno per eccellenza. Con questo miracolo, Gesù penetra nel paese della morte. La malattia e il decesso dell'amico, il dolore dei parenti, l'incredulità dei vicini gli fanno udire il sogghigno dell'ultimo nemico che gli rimane da vincere. Di fronte alla tomba Gesù è turbato, come sarà turbato al Getsemani: sa quello che lo aspetta.
Tuttavia, dal momento che è uscito allo scoperto e ha osato entrare nell'antro dell'avversario, dal momento che ha affrontato consapevolmente il rischio di perire anch'egli andando in aiuto di Lazzaro, Gesù sta già forgiando gli strumenti della sua vittoria. Non bada alla propria angoscia, si sottrae al fascino del nulla, e non abbandona i suoi amici, dando già, in questo modo, la propria vita per loro. L'odore della morte può farlo vacillare per un istante, ma Gesù sa che non rimarrà prigioniero della tomba, perché sente uscire dal profondo di se stesso la parola potente che libera e rimette in cammino: "Lazzaro, vieni fuori!".

Questa incursione nel paese della morte ci fa dunque vedere Gesù più vivo che mai. Vivo e capace di dare la vita a coloro che ama. A tutti quelli che hanno paura di rischiare la propria vita o che la custodiscono gelosamente, egli dice: "Io sono la risurrezione e la vita". E questo non significa soltanto che è capace di rovesciare le pietre tombali degli altri, e persino la propria. La risurrezione è la sua persona stessa, propagatrice di vita. "Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel suo Figlio" (1 Gv 5,11).

Credere in lui vuol dire bere alla sorgente della vita, mettersi in piedi liberandosi dalle bende sotto cui si stava irrigiditi per paura di essere vivi, e cominciare a produrre segni di vita intorno a sé.

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