mercoledì 30 marzo 2011

Domenica 3 Aprile 2011 – IV Domenica di Quaresima

PRIMA LETTURA

Dal primo Libro di Samuele (1 Sam 16, 1.4. 6-7. 10-13)

In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato. Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

SECONDA LETTURA

Dalla lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini (Ef 5,8-14)

Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: «Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà».

VANGELO

Dal Vangelo secondo Giovanni (Forma breve: Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38)

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

COMMENTO ALLE LETTURE

Partiamo dal santo Vangelo di questa domenica: il cieco nato. Quell'uomo è nato cieco, di chi è la colpa? Sicuramente non sua e né meno dei suoi genitori o dei suoi progenitori o antenati. Un difetto della natura umana. Quest'uomo costretto a vivere nel buio finalmente incontra Gesù Cristo. Sa che Cristo può portarlo alla luce, gli può aprire gli occhi per vedere e quindi essere libero di scegliere. E così avviene: Gesù sputa sulla polvere, impasta, plasma e soffia una Parola "Và a lavarti..." L'uomo (che rappresenta l'intera umanità) ubbidisce, ha fede, e senza troppi perché e senza mormorazioni, và e... "tornò che ci vedeva".
Anche noi nasciamo ciechi, a causa del primo peccato la nostra umanità non è perfetta, è mancante di qualcosa, costretta a vivere nelle tenebre del peccato. Ma possiamo essere guariti se accettiamo di rinascere di nuovo, non più però nella carne ma nello spirito. Grazie ai nostri Giovanni Battista (genitori, padrini, ecc.) abbiamo incontrato Cristo, il quale ci ha "ricreati, rigenerati" nella sua passione, morte e resurrezione. Siamo rinati a vita nuova! Ora, non siamo più costretti a vivere nelle tenebre ma siamo figli della Luce e come tale dobbiamo fare le opere della luce come ci suggerisce San Paolo nella seconda lettura.
Ma c'è ancora un altro aspetto di questa ricchissima liturgia della Parola di oggi che non dobbiamo tralasciare.

La prima lettura ci parla dell'unzione a re del giovane Davide da parte del profeta Samuele. L'Unto per eccellenza, cioè Cristo, nel battesimo non solo ci ha ridato la dignità di figli di Dio che avevamo perso con il primo peccato, ma in Lui ci fa partecipe dell'essere Re, Profeta e Sacerdote. Sì, grazie a Cristo, siamo re, profeti e sacerdoti della Nuova Alleanza e come tale portati a vivere sempre nella luce della grazia e a rifiutare ogni tentazione di ritornare a vivere nelle tenebre del peccato e della morte.

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