domenica 17 luglio 2011

Domenica 24 Luglio 2011 - XVII Domenica del Tempo Ordinario

PRIMA LETTURA

Dal Primo Libro dei Re (1Re 3,5.7-12)

In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda». Salomone disse: «Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te».

SECONDA LETTURA

Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Romani (Rm 8, 28-30)

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13, 44-52)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

COMMENTO ALLE LETTURE

Le due parabole del tesoro nascosto nel campo e della perla di inestimabile valore sono sostanzialmente uguali.

Illustrano due temi.

Il primo è che il Regno esige una pronta e totale decisione: come un uomo che vende tutti i suoi averi per comprare un campo, o come un mercante che vende tutto per acquistare una perla. Non è l'unica volta che Gesù sottolinea che per entrare nel Regno si richiede un distacco totale.

Ma c'è un secondo aspetto ancora più importante: il distacco scaturisce dall'aver trovato. È questo l'insegnamento vero della parabola. Il motivo che spinge il discepolo a lasciare è la gioia di aver trovato. Il motivo della gioia è esplicito nella parabola dell'uomo che compra il campo: «Poi va', pieno di gioia, vende tutti i suoi averi».

Il Regno di Dio è esigente, ma trovarlo è il centuplo.

Vale la pena di insistere. Le due parabole mettono in scena due figure diverse: nella prima si parla di un bracciante agricolo che lavora in un campo che non è suo, nella seconda di un ricco mercante che possiede negozi e filiali. Ma questi due personaggi sono i protagonisti soltanto in superficie. In profondità i veri protagonisti sono il tesoro e la perla, che si impadroniscono dei due uomini, affascinandoli. Il contadino e il mercante agiscono, ma solo perché totalmente «afferrati» dal tesoro in cui si sono imbattuti.

Così è l'esperienza dell'incontro con il Vangelo. Davanti alla scoperta di un tesoro, chiunque agirebbe come loro. Ma questo è ciò che sorprende: la loro novità sta proprio in questa ovvietà. Un uomo che imbattutosi nel Vangelo si comportasse come quel contadino o quel mercante non farebbe nulla di straordinario. È semplicemente un uomo a cui è capitata una grande fortuna.

Il Vangelo è esigente, tuttavia è pieno di umanità.

Da un’omelia di Don Bruno Maggioni

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