martedì 26 luglio 2011

Domenica 31 Luglio 2011 - XVIII Domenica del Tempo Ordinario


PRIMA LETTURA
Dal Libro del Profeta Isaia (Is 55, 1-3)
Così dice il Signore: «O v oi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide».
SECONDA LETTURA
Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Romani (Rm 8, 35.37-39)
Fratelli, chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
VANGELO
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14, 13-21)
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
COMMENTO ALLE LETTURE
Il vangelo di questa domenica racconta un miracolo di Gesù fra i più importanti.
E tutto incomincia con un'annotazione che rivela il sentimento profondo che Gesù porta verso la folla: «Sentì compassione per loro».
La compassione di Gesù ? trasparenza della compassione di Dio ? è un sentimento ricco di sfumature: è l'atteggiamento di chi si sente coinvolto e responsabile, un atteggiamento fatto di simpatia, amore e misericordia. È a partire da questo sentimento che si comprendono tutti i gesti di Gesù che il brano evangelico puntualmente racconta.
Gesù dà un ordine ai discepoli, prega e ringrazia, moltiplica i pani, li spezza e li consegna ai discepoli perché li distribuiscano. Gesù «pronunziò la benedizione»: è questo l'atteggiamento più autentico dell'uomo di fronte a Dio, alle cose e ai fratelli.
Benedire significa riconoscere che le cose sono un dono di Dio e, quindi, ringraziare: doni di Dio da gustare nella gioia. Ma anche da condividere, perché Dio li ha creati per tutti i suoi figli, non solo per alcuni.
I discepoli si preoccupano della folla, ma credono che debba essere la folla stessa a risolvere il suo problema: «Congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare».
Gesù invece coinvolge i discepoli e li impegna. Tocca a loro risolvere il problema: «Date loro voi stessi da mangiare».
Un ordine impossibile: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci».
Ma nulla è impossibile a Dio. Gesù prende il poco che i discepoli hanno e li moltiplica: nelle sue mani il poco diventa molto, il pane spezzato diventa abbondante. In sostanza Gesù vuole che il «comprare» venga sostituito con il «condividere». E questo significa che devono cambiare le relazioni fra te e gli altri, fra te e le cose. Tu sei responsabile dell'altro e perciò personalmente coinvolto nel suo bisogno. Il problema del pane per tutti è problema tuo, non soltanto degli affamati. E le cose che possiedi ? fossero pure soltanto cinque pani e due pesci ? sono beni di Dio da godere con gli altri, non a differenza degli altri. Lo schema del «comperare» crea i fortunati e gli sfortunati, alcuni hanno molto, altri poco, altri nulla. Occorre passare dal comperare al condividere. Se anche paradossalmente i discepoli avessero comperato col loro denaro il pane da distribuire, avrebbero compiuto un gesto di carità, non un segno che introduce nei rapporti una logica differente. È Gesù che fa il miracolo, ma non è Lui che distribuisce il pane alle folle: «Li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alle folle». È un'immagine della Chiesa: è Cristo che dona la Parola e la vita, ma tutto passa fra le mani degli uomini che lo rappresentano.
Da un’omelia di Don Bruno Maggioni

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