domenica 31 luglio 2011

Domenica 7 Agosto 2011 - XIX Domenica del Tempo Ordinario

PRIMA LETTURA

Dal Primo Libro dei Re (1Re 19,9.11-13)

In quei giorni, Elia, [essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb], entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore».
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.

SECONDA LETTURA

Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Romani (Rm 9, 1-5)

Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.
Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14, 22-33)

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

COMMENTO ALLE LETTURE

Leggendo l'episodio evangelico, che la liturgia ci propone, sembrerebbe ovvio concentrare tutta l'attenzione sulla potenza di Gesù che cammina sulle acque e che la sua parola calma la tempesta del mare. Personalmente penso invece più utile soffermarci su altri due temi: la preghiera solitaria di Gesù («salì sul monte, solo, a pregare») e la poca fede di Pietro («uomo di poca fede, perché hai dubitato?»).

Nel ritmo incalzante della sua giornata, Gesù ha sempre trovato il tempo per la preghiera, o al mattino presto o alla sera tardi, dopo aver congedato la folla. Non è certo possibile per noi penetrare tutto il segreto di questa sua preghiera solitaria. Ma possiamo almeno avvicinarci un poco facendo tre annotazioni. Gesù si è sempre rivolto a Dio invocandolo con il nome di Padre. La preghiera di Gesù è anzitutto filiale. Rivolgendosi a Dio come Padre, Gesù svela la relazione singolarmente unica che lo lega a Lui. Ma proprio perché filiale ? e questa è la seconda annotazione ? la preghiera di Gesù è obbediente. È al tempo stesso la preghiera del Figlio e del Servo del Signore. Già nel termine Padre sono incluse ambedue le dimensioni: la familiarità e l'obbedienza. Coscienza della propria filiazione e totale dipendenza sono i due poli della preghiera di Gesù, e sono ? ancor prima ? le strutture essenziali della sua persona. Non dovrebbe essere così di ogni cristiano? C'è infine una terza annotazione indispensabile: Gesù era anche consapevole di essere uomo, e come uomo ? nella solitudine ? si confrontava col Padre e con la sua Parola per ritrovare costantemente la nitidezza e il coraggio della propria via.

Ma veniamo al secondo tema suggerito. La barca sballottata dal mare, la paura dei discepoli, le parole di Gesù e il grido di Pietro, tutto questo fa capire che l'episodio vuole essere un simbolo della comunità cristiana alle prese con le difficoltà. Ma nessuna paura: c'è il Signore. L'importante è aver fede e pregare come Pietro: «Signore, salvami!». Si noti il dialogo fra Pietro e Gesù. Pietro cammina sulle acque come Gesù, ma non per potenza propria. La sua possibilità dipende unicamente dalla parola del Signore («vieni!») e la forza sta tutta nella fede. È questa una grande lezione per tutti. Aggrappato a questa fede, il discepolo può ripetere gli stessi miracoli del Signore. Ma se questa fede si incrina («uomo di poca fede, perché hai dubitato?»), allora il discepolo torna ad essere facile preda delle forze del male. Il dubbio, di cui qui si parla, non è il dubbio intellettuale intorno alle verità della fede, ma la mancanza di fiducia di fronte alle difficoltà della vita.

Da un’omelia di Don Bruno Maggioni

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